Unilever ridefinisce il proprio modello di crescita con “Desire at Scale”, una strategia che sposta il focus dal bisogno al desiderio. Il gruppo, che controlla oltre 400 marchi globali, utilizza l’intelligenza artificiale come leva per creare esperienze di marca più coinvolgenti, personalizzate e culturalmente rilevanti. L’obiettivo dichiarato è tradurre la capacità di generare desiderio in un vantaggio competitivo misurabile, applicando lo schema a tutte le aree di business.
Efficienza produttiva e rapidità operativa
L’azienda stima che l’adozione di soluzioni IA abbia reso fino al 30% più veloce la produzione di contenuti pubblicitari. Il caso del marchio Closeup, che ha generato oltre cento asset visivi in tre giorni con il sistema “SuperShoots”, illustra l’impatto operativo dell’automazione creativa. Questa rapidità consente una maggiore reattività ai cambiamenti del mercato e alle tendenze digitali, riducendo tempi e costi di esecuzione.
Personalizzazione e controllo del brand
Nel settore Bellezza & Benessere, la piattaforma “Beauty AI Studio” ha migliorato la performance dei contenuti digitali, raddoppiando indicatori chiave come il tasso di visualizzazione e di clic. Parallelamente, Unilever ha introdotto strumenti interni per preservare la coerenza del brand. “Digital Product Twins” riproduce digitalmente i prodotti, mentre “Brand DNAi” centralizza tono, voce e valori di ciascun marchio, garantendo uniformità nei contenuti generati dall’IA. L’obiettivo è mantenere equilibrio tra velocità produttiva e identità aziendale.
Verso un marketing ibrido
“Desire at Scale” rappresenta una sintesi tra efficienza tecnologica e ambizione creativa. L’intelligenza artificiale consente di scalare la produzione, migliorare la precisione dei messaggi e ottimizzare i tempi decisionali. Tuttavia, restano aperte alcune sfide: la dipendenza dagli algoritmi, il rischio di standardizzazione creativa e la necessità di mantenere trasparenza nei confronti dei consumatori.