
Non è più soltanto questione di comodità. Sempre più famiglie scelgono di lavare e asciugare in meno di due ore, inserendo il bucato tra gli impegni di giornate sempre più frenetiche. Lo studio The Truth About Laundry 2025 realizzato da AEG – marchio di elettrodomestici del Gruppo Electrolux – fotografa questa trasformazione: oltre la metà degli europei preferisce lavare al mattino per avere gli abiti pronti già la sera stessa.
I dati dell’AEG Care Index
Il cuore della rivoluzione sta nei numeri. L’AEG Care Index mostra che chi opta per cicli brevi e a freddo riesce ad allungare la vita dei capi fino al 50%. Jeans e magliette resistono più a lungo, si riducono gli acquisti di nuovi indumenti e con essi la quantità di rifiuti tessili che ogni anno in Europa tocca i 16 chili a persona, gran parte dei quali finisce ancora in discarica o inceneritore. A beneficiarne è anche la bolletta: programmi più corti ed efficienti consumano meno energia, alleggerendo i costi delle famiglie.
La tendenza, però, non è priva di rischi. Lana, seta, piumini e materiali tecnici non tollerano facilmente i cicli rapidi e possono rovinarsi in poche settimane se trattati in modo aggressivo. Lo confermano gli stessi consumatori: tre quarti degli intervistati dichiara di evitare l’asciugatrice per i capi di lana e quasi la metà non la utilizza mai per questi tessuti. La differenza sta nella capacità di distinguere i vestiti che sopportano lavaggi veloci da quelli che richiedono cure particolari o un’asciugatura naturale.
Tra norme europee e nuove abitudini
Il bucato veloce si inserisce anche nel dibattito energetico. Il 43% dei proprietari di asciugatrici limita l’uso della macchina per contenere le spese, mentre l’Unione europea ha introdotto da luglio 2025 standard più rigidi: soltanto i modelli a pompa di calore rispettano i requisiti di efficienza, segnando la fine delle asciugatrici a condensazione.
L’AEG Care Index mette in luce anche un paradosso: l’84% degli europei afferma di tenere alla cura dei propri abiti, ma solo un quarto è davvero consapevole di quanto il lavaggio influisca sulla loro durata. La sfida, dunque, non è solo tecnologica ma culturale. Imparare a usare i cicli rapidi quando appropriato, scegliere temperature basse e riservare programmi delicati ai tessuti fragili può trasformare lo “speed laundering” in un alleato della sostenibilità e della vita quotidiana.