
Un carrello della spesa sempre più bollente, in linea con le temperature di inizio estate. A giugno, secondo le stime preliminari dell’Istat, i prezzi al consumo dei beni alimentari e dei prodotti per la cura della casa e della persona sono cresciuti del +3,1% su base annua, in accelerazione rispetto al +2,7% registrato a maggio. Un trend che conferma la pressione sui listini, anche nel comparto home xare, dove la combinazione tra costi delle materie prime, logistica e nuove normative green continua a tenere alto il livello dei prezzi.
Prezzi su, ma domanda ferma
L’impatto sui prodotti per la casa è tutt’altro che secondario. Le aziende del settore stanno fronteggiando rincari legati non solo all’energia e agli imballaggi, ma anche alle nuove direttive europee su plastiche e chimica sostenibile, che comportano investimenti rilevanti in ricerca e sviluppo. Ne derivano listini più alti per detergenti, prodotti per il bucato, igienizzanti e articoli per la cura domestica in generale. Tuttavia, la domanda sembra ancora tiepida, frenata da un comportamento prudente dei consumatori.
“I prezzi di giugno confermano la sostanziale stabilizzazione dell’inflazione – spiega Mariano Bella, direttore dell’Ufficio Studi Confcommercio. L’attenuarsi delle tensioni inflazionistiche ha permesso, insieme alla crescita dell’occupazione e agli effetti dei rinnovi contrattuali, importanti recuperi del potere d’acquisto delle famiglie. Tuttavia, non sembrano ancora prodursi effetti benefici sulla dinamica dei consumi”.
I numeri parlano chiaro: tra il primo trimestre 2023 e il primo trimestre 2025, i redditi reali delle famiglie sono saliti del +2,3%. Ma nello stesso periodo la spesa reale è rimasta pressoché ferma (+0,2%). Risultato? Cresce la quota di risparmio, a scapito dei consumi quotidiani.
Scenario europeo più moderato
Il quadro italiano si inserisce in un contesto europeo dove l’inflazione appare più contenuta: a giugno l’aumento medio dei prezzi è stato del +2% in Germania, +2,2% in Spagna e appena +0,9% in Francia. L’Italia, dunque, continua a viaggiare su livelli leggermente più elevati, soprattutto nella fascia grocery.
Per le aziende del settore cura casa e persona, il secondo semestre 2025 si prospetta come un periodo cruciale. L’incognita principale resta la capacità di trasferire i costi sui listini senza deprimere ulteriormente i volumi. Con un consumatore sempre più attento al prezzo, il rischio è che anche questo segmento finisca per rallentare, nonostante la lieve ripresa del potere d’acquisto.